Le lettere di Annalena che ora leggiamo sono da Borama, il luogo degli ultimi anni di Annalena. Vorrei dire – ma non vorrei sbagliare – il luogo dell’amore estremo. Come Gesù, amò sino all’estremo. E non solo perché Borama fu il luogo della sua morte per assassinio. L’amore è estremo – mi verrebbe da dire – quando le creature che sei chiamato ad amare non hanno qualità di bellezza che ti rendono facile amarle. Più volte, nelle sue lettere da Borama, Annalena è costretta a confidare come la sua missione incroci ogni giorno un’umanità degradata e come l’aiuto lo possa attingere solo da Dio. Eppure non è la resa, inaspettatamente senti pulsare nella lettera la fiducia che il deserto per grazia cominci a fiorire. Una speranza, diresti, contro ogni speranza
Amore estremo, vorrei aggiungere, perché estremo è l’amore quando ha a che fare con chi lo rifiuta, con chi mette sospetti sulle intenzioni, con chi getta fango, e insinua interessi nascosti. Annalena ebbe a che fare con costoro. «La mia», scriverà, «è veramente una piccola storia. È tuttavia una storia di amore rifiutato. E allo stesso tempo una storia di croce che la fa divenire parte della storia dell’umanità ora e sempre».
Don Angelo Casati – dalla prefazione “Lettere dal Somaliland”