di Roberto Gimelli
La figura di Hawa, sordomuta fiorita a Borama mi ha riportato immediatamente nel cuore la figura di Joe Morrissey, il caro Joe, che per Annalena, e in particolare per la scuola dei sordi di Borama, è stato braccio e mente insostituibile.
Cercando allora tra le carte ho ritrovato due quadernetti di appunti datati 2007 (26 maggio – 8 giugno: viaggio a Wajir e Borama con Maria Teresa Battistini) e 2009 (secondo viaggio solo con Joe).
Joe ci accoglie all’aeroporto di Nairobi con una multicolore camicia svolazzante, un favoloso paio di baffi alla moschettiera, le braccia abbandonate sui fianchi ed un sorriso ironico e quasi distaccato: se non sapessi che è l’operatore umanitario più esperto del linguaggio dei segni in Africa, lo scambierei per un turista europeo.
Parte il fiume dei ricordi di Joe con Maria Teresa: quando Annalena gli telefonava la lista, sempre “URGENT”, delle cose da comperare, con le quali Joe “ingolfava” l’aereo per Hargeisa, o i tanti Natali passati con Annalena a Borama tra lo stupore dei colleghi o il giovane “trans” che Joe ha fatto operare perché diventi pienamente uomo e che non ha ancora terminato il suo percorso.
Sul sedile di Teresa fa trovare un mazzo di rose: era sempre così anche con Annalena!
A Borama ci sveglia il canto del muezzin che alle 4 del mattino regolarmente invita alla preghiera.
La scuola “Annalena Tonelli per i sordi” ci accoglie col loro abbraccio caloroso: veder danzare i sordi è una visione di una bellezza inimmaginabile e il canto dedicato ad Annalena è di struggente malinconia. Nei giorni di permanenza a Borama Joe affronta in maniera decisa tutti i problemi della scuola, mettendo al primo posto il bene dei sordi: riprende gli insegnanti svogliati e loda quelli generosi, richiede che il “board”, l’alloggio dei sordi provenienti da fuori Borama, sia più salutare e accogliente, richiama il preside “fannullone” a curare la manutenzione della scuola, di fronte ai maggiorenti della città li costringe a riconoscere il lavoro eccezionale fatto per loro da Annalena. Scopriamo le performance dei sordi, che vanno negli “Internet cafè” di Borama ad insegnare agli adulti a navigare… pronti per spiccare il volo per le high school e poi l’Università! Nei reparti dell’”Annalena TB Hospital”, che Annalena aveva ribattezzato “I CARE” 1,2,3,4, non rimane molto della sua “care”. E infatti il successivo incontro con COOPI è burrascoso. COOPI è l’ONG a cui, dopo la morte di Annalena, il Comitato, col sostegno economico anche di Fondazione Carisp, Comune e Provincia di Forlì ha affidato la gestione dell’ospedale; Joe li richiama a gestire l’ospedale con “CARE” dei pazienti e non semplice attenzione al conto economico!
Al tramonto un silenzio pieno di ricordi presso il cippo memoriale di Annalena davanti a una fredda scritta “Annalena TB Hospital- iniziò il 24/11/1996 fino al 5 ottobre 2003”.
Sorprendente il rientro: il 2 giugno all’aeroporto di Hargeisa l’aereo per Addis Abeba, pur essendo in ritardo di un’ora, non parte; dopo 2 ore viene steso un tappeto sulla pista e sale a bordo… il Presidente della Repubblica del Somaliland Dahir Rayaleh Kahin che va in missione ad Addis Abeba e per motivi di sicurezza preferisce viaggiare coi voli di linea.
Sono i giorni in cui è stata confermata la pena di morte per i presunti assassini di Annalena e di una coppia di educatori inglesi, Dick e Enid Eyeington, avvenuta un mese dopo: i parenti hanno chiesto la grazia al Presidente, ma non hanno ricevuto risposta.
Joe mi sollecita a cogliere l’occasione; dopo tante esitazioni, prendo il coraggio a due mani e mi avvicino al Presidente e col mio inglese ancor più tremolante gli chiedo di concedere la grazia. Mi guarda sorridendo e mi dice che proprio il giorno prima aveva “concesso il perdono”
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A Nairobi abbiamo da Bruno Tonelli la conferma telefonica della notizia, già comparsa sui giornali; si conclude così, con un “profetico” gesto di perdono, il primo viaggio con Joe a Borama!
Roberto Gimelli