Una giornata nella vita di Annalena

articolo di Vittorio Mezzomonaco tratto dal numero 29/2024 del settimanale “il Momento”

1964, mese di giugno, faceva già caldo e il tempo era bello. Negli anni ’60, la FUCI (Federazione Universitari Cattolici Italiani) forlivese marciava a pieno ritmo; gli iscritti, nelle due sezioni, maschile e femminile, ammontavano ad oltre un centinaio.

Con l’assistenza di d. Livio Lombardi, i programmi, indirizzati a temi culturali, religiosi, sociali, venivano rigorosamente rispettati; le presidenze dei gruppi erano allora affidate a Silvano Grassilli e ad Annalena Tonelli.

I contatti fra le due branche, praticamente quotidiani per lo svolgimento delle attività, imponevano appuntamenti ed orari nella vecchia sede di Via Albicini. Raggiungo Annalena, sempre indaffaratissima nei suoi traffici assistenziali.

“Allora, Annalena, domani a che ora ti fa comodo incontrarci?”

“Domani non posso, ho già preso un impegno”

“Però avevamo già programmato di trovarci …Che cosa devi fare di così urgente?”

“Ho promesso a tre ragazzine dell’ Opera Don Pippo di accompagnarle per una gita a Castrocaro …”

“Capisco … E come ci vai? In pullman?”

“No. Abbiamo deciso di andare in bicicletta”.

“Ma sei matta? Tre bambinette su quel tipo di bicicletta, su quella strada? Vuoi che ti accompagni?

“No. Non c’ è alcun bisogno … Posso farcela da sola”.

Vado a riferire a Silvano, gli espongo la situazione e lui conviene che lasciare Annalena da sola, alla guida della comitiva, con tre ragazzine psicolabili, può essere pericoloso… Si va da Annalena che, dopo qualche tentennamento, accetta la nostra collaborazione. L’indomani ci presentiamo da “Mamma Bettina” (Elisabetta Piolanti), che era la fondatrice e responsabile della casa-famiglia per ragazze disabili nella abitazione di sua proprietà in Via Cerchia. Essa approva l’impostazione della gita (concordata precedentemente con Annalena)… e si parte.

Il viaggio, una decina di chilometri, procede con regolarità: ogni adulto si porta a fianco una delle ragazze (13/14 anni al massimo), che – obbedienti ai consigli ricevuti – pedalano con grande attenzione; alle porte di Castrocaro vediamo un campo aperto, degli alberi ombrosi. Decidiamo di fermarci, entriamo e ci accampiamo. Gli amici mi invitano a raccontare delle barzellette in dialetto romagnolo che avevano per protagonista un tipo alla Bertoldo; la ragazzine, alle mie smorfie, ridevano divertite (non saprei dire se anche “capissero”); poi abbiamo cantato in coro. Quindi pranzo al sacco… Si fanno le 2 del pomeriggio… E adesso? Faccio la proposta per un giretto al Parco delle Terme. Passiamo davanti alla piscina; sul trampolino c’è una specie di Tarzan seminudo che si esibisce in una serie di tuffi acrobatici… un certo Giovanni Benini, a Forlì popolarissimo col soprannome di Zambo. Tutti lo osserviamo affascinati, perché è veramente bravo e – forse consapevole di dare spettacolo – instancabile. Il pomeriggio è ancora lungo e scegliamo di buttarci all’avventura imboccando l’ingresso del labirinto (tante siepi magistralmente sistemate lungo percorsi misteriosi, che spesso si perdono nel nulla), impresa sempre divertente per chiunque, grande o piccolo che sia. Una bibita e si ritorna. Siamo tutti appagati, perché è stata una bella giornata e ogni cosa è andata per il meglio. Mamma Bettina ci accoglie soddisfatta e noi, ormai è sera, consideriamo conclusa la… missione.

“Bella giornata, Annalena! Le bambine se la ricorderanno per un pezzo”… Annalena mi guarda e, abbozzando un sorriso dei suoi, fra il dolce e l’amaro, mi dice: “Fra mezz’ora avranno dimenticato tutto”… Ma come? La gita, il sole, le cantate, i tuffi nella piscina, il labirinto… “Rassegnati… È così”… Non riuscivo a farmene una ragione… Tutta quell’ aria, quella libertà, la bella compagnia… Un pensiero mi passò per la testa e tuttora, ogni tanto, lo rievoco. Si rifà ad una citazione tratta da un famoso romanzo di Thoraton Wilder, “Il ponte di San Luis Rey “, il cui finale recita testualmente: “Ma l’amore sarà bastato. Tutti quegli impulsi d’amore tornano all’ amore che li ha creati. Neppure la memoria è necessaria all’amore”. Cara Annalena… dimenticarti è e sarà impossibile e tutto l’amore che hai riversato sui poveri e sui diseredati, puoi esserne certa, non andrà perduto.

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